Uno dei luoghi di interesse più visitati in Indonesia è il tempio di Prambanan, un imponente complesso di santuari dedicati alle supreme divinità hindu. Il Prambanan si trova a poca distanza dall’iconico Borobudur – nelle immediate vicinanze di Yogyakarta – ed è noto localmente anche con il nome Roro Jonggrang, derivante da un racconto folcloristico giavanese.

Se la tua vacanza in Indonesia comprende l’isola di Giava, ti suggeriamo di visitare questo tempio induista. A nostro parere è sorprendente dal punto di vista strutturale per la sua complessità architettonica, nonché ricco di dettagli che raccontano il fasto degli antichi regni giavanesi e la loro devozione all’induismo.

Origine del nome “Prambanan”

I dettagli relativi alla provenienza del complesso giungono ai giorni nostri, grazie all’iscrizione di Shivagrha – conservata a Jakarta nel Museo Nazionale di Indonesia -; la descrizione parla di un tempio eretto in onore di Shiva, inaugurato il 12 novembre 856 d.c. e chiamato Shivagrha – la casa di Shiva – o Shivalaya – il regno di Shiva -.
Il nome Prambanan viene attribuito al tempio dalla popolazione locale, per la sua ubicazione: si trova infatti nella pianura di Prambanan, una fertile terra vulcanica collocata tra due coppie di vulcani gemelli – il Sundoro-Subing e il Merbabu-Merapi – e tra i due fiumi Progo e Elo.

spiaggia rosa Indonesia

Storia del tempio Prambanan

La costruzione del tempio Prambanan comincia nel IX secolo d.c. per opera del re Rakai Pikatan – appartenente alla dinastia induista Sanjaya – che volle dimostrare la grandezza della sua casata e non sentirsi meno importante della dinastia buddista Sailendra, costruttrice del Borobudur.

I lavori di ampliamento sono stati portati avanti dai successivi re: Lokapala e Balitung inizialmente, Daksa e Tulodong poi, contribuirono a rendere grandioso il complesso, aggiungendo ulteriori edifici. Nel tempio si svolgevano la maggior parte delle cerimonie e dei sacrifici religiosi del Regno di Mataram, la cui corte e centro urbano si trovavano nelle sue immediate vicinanze.

Abbandono e ritrovamento

Dopo 80 anni, il tempio fu misteriosamente abbandonato: la corte giavanese fu spostata a Giava orientale dal sovrano Mpu Sindok, forse per via di una devastante eruzione del limitrofo vulcano Merapi.
Molti degli edifici crollarono in seguito a un forte terremoto nel XVI secolo, ma le rovine e le statue ancora presenti sul sito ispirarono il racconto di Roro Jonggrang.
Il testo riguarda un insieme di leggende inventate dalla gente del posto che, non avendo alcuna nozione sulla reale storia alla base dell’edificazione, ha narrato l’origine del complesso di templi in maniera a dir poco fantasiosa.
La prima testimonianza della “scoperta” del complesso risale al 1733: un impiegato della Compagnia olandese delle Indie Orientali menziona in un suo rapporto i “templi bramini che assomigliano a una montagna di pietre”, visti durante l’esplorazione della zona del Prambanan.
70 anni dopo arriverà – dal governatore olandese Engelhard – l’ordine di ripulire l’area dalla vegetazione per studiarne le rovine.

dettaglio bassorilievi borobudur

Ricostruzione del tempio

È soltanto nel 1918 che il governo coloniale olandese inizia la ricostruzione del complesso e, nel 1930, dà il via a un lavoro di restauro andato avanti per per decenni, per via delle dimensioni del tempio e ostacoli di diversa natura – Seconda Guerra Mondiale, Rivoluzione per l’Indipendenza indonesiana e calamità naturali -.

Poiché gran parte delle pietre dei templi era stata precedentemente rubata, il governo ha deciso di riedificare i santuari solo nel caso in cui fosse stato disponibile almeno il 75% della muratura originale.

L’edificio centrale, dedicato a Shiva, viene completato nel 1953 – e inaugurato dal primo presidente dell’Indonesia, Sukarno -, il tempio di Brahma tra il 1978 e il 1987 e quello di Vishnu, tra il 1982 e il 1991. Successivamente gli sforzi di restauro si sono concentrati sui santuari più piccoli e continuano ancora oggi: quando visiterai il Prambanan, vedrai che ci sono ancora pietre accatastate nel cortile centrale.
L’edificio centrale, dedicato a Shiva, viene completato nel 1953 – e inaugurato dal primo presidente dell’Indonesia, Sukarno -, il tempio di Brahma tra il 1978 e il 1987 e quello di Vishnu, tra il 1982 e il 1991. Successivamente gli sforzi di restauro si sono concentrati sui santuari più piccoli e continuano ancora oggi: quando visiterai il Prambanan, vedrai che ci sono ancora pietre accatastate nel cortile centrale.

Struttura del monumento induista più grande d’Indonesia

Il tempio di Prambanan è stato dichiarato patrimonio dell’umanità nel 1991 dall’UNESCO per l’unicità architettonica e la meraviglia culturale. Il complesso si sviluppa su una pianta quadrata ed è costituito da tre zone, che fanno riferimento alla tradizione architettonica hindu:

  • una esterna alle mura di cinta, che simboleggia il Bhurloka, il regno più basso dei comuni mortali;
  • quella centrale, che conteneva a suo tempo i piccoli e numerosi santuari, e rappresenta il Bhuvarloka, il regno di mezzo dei santi, occupato da saggi, asceti e divinità minori;
  • l’area interna dove si sviluppano i templi principali che raffigura Svarloka, il regno sacro, riservato agli dei.
struttura tempio prambanan

Originariamente il Prambanan era composto da 240 templi, così suddivisi:

  • 3 dedicati alla Trimurti, ovvero Brahma il Creatore, Vishnu il Custode e Shiva il Distruttore;
  • 3 consacrati ai Vahana – animale o entità che accompagna ciascuna divinità -: Garuda, Nandi e Hamsa;
  • 2 Apit, che fiancheggiano le file dei templi Trimurti e Vahana;
  • 4 Kelir, quattro piccoli santuari posizionati in corrispondenza dei punti cardinali;
  • 4 Patok, anche in questo caso piccoli santuari eretti negli angoli del cortile interno;
  • 224 Pervara, templi di dimensioni ridotte, disposti su file concentriche.

Oggi tutti i templi della zona interna sono stati interamente ricostruiti, mentre solo 3 dei tanti Candi Pervara sono visibili nella loro struttura rinnovata. Si è molto dibattuto sulla funzionalità di un numero così elevato di piccoli santuari a protezione del complesso centrale. Secondo alcuni studiosi, la disposizione in quattro file potrebbe essere collegata alle caste autorizzate ad accedervi: la fila più vicina all’area sacra era riservata solo ai sacerdoti, e poi a seguire i nobili, i cavalieri e, infine, il popolo. Un’altra ipotesi considera invece i 224 templi un luogo di meditazione per i sacerdoti e di culto per i devoti.

I templi di Shiva, Brahma e Vishnu

La struttura più alta e grande del complesso di Prambanan è dedicata a Shiva: misura 47 metri di altezza e 34 metri di larghezza, risulta ben visibile persino a lunga distanza. Il tempio è circondato da gallerie i cui bassorilievi scolpiti sulle pareti, raccontano la storia del Ramayana, il poema epico della tradizione hindu.

dettaglio bassorilievi borobudur
Il santuario di Shiva è composto da diverse camere: in quella centrale è possibile ammirare una statua del dio alta 3 metri, mentre nelle altre si trovano raffigurazioni delle divinità a esso collegate, ovvero la consorte Durga, il saggio Agastya e il figlio Ganesha.

I templi dedicati a Brahma e Vishnu sono di dimensioni ridotte rispetto al primo, sono infatti composti di una sola camera con al centro la statua della relativa divinità, entrambe alte 33 metri e larghe 20 metri.

INFORMAZIONI PRATICHE PER VISITARE IL TEMPIO

Tempio Prambanan: dove si trova e come arrivare

Il complesso di Prambanan si trova a soli 15 km dal centro di Yogyakarta ed è raggiungibile in circa 40 minuti di auto. Per arrivare al tempio hai diverse alternative:
bus pubblico;
taxi o mezzo privato;
tour organizzato che, oltre a comprendere il trasporto, include il più delle volte l’ingresso e una guida autorizzata.

Per questa visita ti consigliamo l’ultima opzione: riteniamo necessaria la presenza di un accompagnatore che possa spiegarti ogni dettaglio delle storia, statue, iscrizioni e bassorilievi per comprendere appieno il valore storico e culturale del sito.

Il costo del biglietto per il Prambanan è 400.000 IDR – circa 23 Euro – per gli adulti e 250.000 IDR – circa 15 euro – per bambini e studenti. Il tempio apre alle 7:00 e chiude alle 17:00.

Quando andare al Prambanan

Secondo la nostre esperienza, il giusto tempo per perlustrare il sito è di circa 1 ora e mezza e riteniamo che sia il mattino che il pomeriggio siano i momenti migliori per visitare il Prambanan per ammirare le rovine del complesso hindu più maestoso d’Indonesia, dopo aver appreso la grandiosità della sua storia.
ATTENZIONE! Il tempio Prambanan è chiuso il lunedì.

Durante la stagione secca, tra maggio e ottobre, ogni martedì, giovedì e sabato il teatro all’aperto vicino al tempio è il luogo in cui viene messo in scena uno spettacolo imperdibile: oltre 200 ballerini e musicisti gamelan raccontano l’epica storia del Ramayana, in uno scenario illuminato drammaticamente dal sole al tramonto!

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