Quando si parla di buddhismo le prime immagini che vengono alla mente sono Il palazzo del Potala in Tibet, il Dalai Lama e l’immagine del Buddha sorridente e panciuto, solitamente associato alla Cina.
L’ Indonesia raramente viene presa in considerazione, eppure proprio nell’arcipelago asiatico si trova il più grande tempio buddista al mondo: il Borobudur.

Questa magnifica opera dell’uomo – insieme ai complessi di Bagan in Myanmar e di Angkor Wat in Cambogia – è annoverata tra i più grandi siti archeologici del Sud-Est Asiatico.

Il Borobudur si trova nella zona centrale dell’isola di Giava, a circa 42 Km dalla città di Yogyakarta, e i lavori per la sua costruzione hanno richiesto circa 80 anni, dal 750 al 830 d.c.

Significato del nome “Borobudur”

L’etimologia del nome del tempio Borobudur non è ancora del tutto chiara. Il fondatore della città di Singapore, Sir Thomas Stamford Raffles, nel suo libro “The History of Java” del 1817, nomina per la prima volta il nome Borobudur suggerendo che possa derivare dai termini Boro -grande, onorabile- e Budur -Buddha o montagna.

L’orientalista olandese Johannes de Casparis riteneva che il nome originale fosse Bhūmi Sambhāra Bhudhāra – ovvero la montagna delle virtù combinate dei dieci stadi dello stato di Bodhisattva-. A supporto di questa teoria viene citata l’iscrizione Tri Tepusan datata 842 d.c., in cui si menziona il pagamento di una tassa per la manutenzione di un palazzo sacro chiamato, appunto, Bhūmisambhāra.

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Storia del tempio Borobudur

Come anticipato, la costruzione del tempio è datata tra l’VIII e il IX secolo d.c., durante il regno Mataram, retto dalla dinastia Sailendra, di fede buddhista.

La scelta del luogo su cui è stato eretto il tempio è frutto di una scelta meticolosa, ricaduta su un’area elevata tra due coppie di vulcani gemelli – il Sundoro-Subing e il Merbabu-Merapi – e tra i due fiumi Progo e Elo. La zona è soprannominata “il giardino di Giava” in quanto il fertile terreno vulcanico la rende produttiva per l’agricoltura.

I vulcani, però, sono croce e delizia dei territori circostanti, rendono il terreno fruttifero ma possono portare distruzione. E proprio una serie di eruzioni vulcaniche ha convinto il re Mpu Sindok a spostare la capitale del regno nell’est dell’isola abbandonando il resto. Il tempio è stato ricoperto dalle ceneri vulcaniche e la giungla è cresciuta rigogliosa, nascondendo il Borobudur per secoli.

 

dettaglio bassorilievi borobudur
Nei primi anni del XIX secolo, il governatore inglese di Giava – il già citato Raffles -, grande appassionato di storia giavanese, incaricò il ricercatore olandese Hermann Cornelius di trovare il leggendario tempio. Cornelius, con i suoi 200 uomini, tagliò alberi e scavò il terreno per 2 mesi finché, nel 1835, il tempio fu dissotterrato del tutto. I lavori di restauro e di messa in sicurezza del Borobudur hanno richiesto diversi anni e cospicui fondi governativi.

Già negli anni ‘30 il tempio Borobudur attirava i viaggiatori occidentali più intraprendenti “affascinati dallo scenario favoloso offerto ai loro occhi”. Nel 1991 il monumento è entrato a far parte dell’elenco dei patrimoni dell’umanità UNESCO.

Struttura del tempio buddista più grande dell’Indonesia

Ogni aspetto del Borobudur ricalca gli insegnamenti buddhisti: la struttura a gradini ricorda il fiore di loto – ritenuto sacro – e ogni livello guida il pellegrino nel percorso di “illuminazione” spirituale rivolto al raggiungimento del nirvana, rappresentato dal grande stupa posto alla sommità. Il fine ultimo è di ricreare un maestoso mandala di pietra.

Il tempio misura circa 120 mt per lato e si compone di nove piattaforme divise in tre sezioni:

  • Kamadhatu (Regno del desiderio): posto alla base, dalla forma quadrata, con funzione strutturale di sostegno.
  • Rupadhatu (Regno della forma): la parte centrale divisa in 5 livelli quadrati.
  • Arupadhatu (Regno dei senza forma): la parte superiore con tre livelli circolari e lo stupa principale al vertice.

 

dettaglio bassorilievi borobudur

I bassorilievi dettagliati e le finissime decorazioni rendono il tempio unico nel suo genere. Le scene rappresentate raccontano la vita del Buddha e descrivono il percorso che i fedeli devono seguire per raggiungere il nirvana.
Nella parte centrale trovano posto 432 statue del Buddha in nicchie allineate nella parte esterna delle balaustre. La parte superiore, invece, è di forma circolare e ospita 72 stupa ognuno contenente una statua del Buddha in meditazione nella posizione del loto.

La disposizione degli stupa segue un modello ben studiato, le tre sezioni del tempio sono state costruite rispettando uno schema preciso, lo stesso che è alla base del monumento di Angkor Wat. Questa, ovviamente, non è una coincidenza ma è il frutto della cosmologia e del simbolismo religioso adattati all’architettura dei due grandi complessi.

L’architetto del Borobudur – Gunadharma – riteneva suo compito armonizzare le forze del microcosmo, abitato dagli umani, con quelle del macrocosmo, abitato dagli dei. Il rapporto e la disposizione del tempio rispetto ai punti cardinali hanno, appunto, questo scopo.

Come arrivare al tempio

Per raggiungere il tempio buddhista ci sono varie soluzioni:
– puoi affittare un motorino o un’auto a Yogyakarta e approfittare per fare una gita nei paraggi del tempio, in modo da gustarti la natura rigogliosa che il posto offre. Se scegli questa opzione ricordati che guidare dall’altra parte del mondo potrebbe essere pericolo, raccomandiamo quindi massima prudenza. Munisciti di una patente internazionale e indossa il casco se scegli lo scooter;
– se non hai voglia di destreggiarti sulle trafficate strade indonesiane, puoi prendere il bus pubblico che parte dal terminal Jombor di Yogyakarta – in circa un’ora e mezza si raggiunge il tempio al costo di 30.000 IDR (circa 2 Euro) -. Le corse sono regolari, dalle 6 del mattino alle 4 del pomeriggio, se hai intenzione di visitare il tempio all’alba o al tramonto questa non è la migliore soluzione;
– un’altra opzione, che consigliamo caldamente, è di scegliere un tour organizzato con il quale potrai agevolmente visitare il Borobudur e il vicino tempio hindu Prambanan.
Potrai così immergerti completamente nella natura poliedrica della cultura indonesiana e soddisfare ogni tua curiosità affidandoti ad una guida locale parlante italiano.

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Quando andare al Borobudur

Il Borobudur è il monumento più visitato dell’intera Indonesia e scegliere gli orari sbagliati può comportare il ritrovarsi tra la folla dei visitatori, perdendosi così l’atmosfera magica che il tempio buddhista regala.

Il momento ideale per andare al tempio Borobudur è al mattino presto, per l’alba, oppure al tramonto. Il sorgere del sole tra gli stupa avvolti nella leggera foschia mattutina sarà un’esperienza elettrizzante che difficilmente dimenticherai.

Mentre, il gigantesco monumento che pian piano scivola nel buio, con il sole che si spegne alle sue spalle, ti regalerà uno dei tramonti più scenografici che tu possa immaginare. Senza contare il fatto che questi due momenti della giornata sono i migliori per scattare fotografie spettacolari.

quando visitare il Borobudur

Curiosità sul tempio Borobudur

Sapevi che a Bali si trova una replica del tempio Borobudur?

Il Brahama Vihara Arama è un monastero buddista che si trova nel nord dell’isola induista, a 20 km da Singaraja: ti consigliamo di visitarlo per non perderti la pace e l’armonia che il luogo riesce a trasmettere.
Il complesso presenta numerose stanze per la meditazione, uno stupa color oro con vista sulla splendida natura balinese e una copia in miniatura del Borobudur, circondato da giardini dove si combinano il profumo di frangipani e l’incenso al sandalo.

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Tempio Brahama Vihara Arama – Bali

L’esplorazione dell’isola di Giava non può ritenersi completa senza aver visitato questo magnifico e imponente esempio dell’architettura religiosa asiatica, testimonianza lampante della storia millenaria dell’arcipelago indonesiano e di come le varie culture e religioni siano riuscite, nel tempo, a creare un’identità nazionale condivisa.

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