L’Indonesia è una nazione formata da migliaia di isole la cui diversità etnica viene espressa in una o più identità culturali: Tana Toraja offre l’opportunità di conoscerne una talmente particolare da lasciare stupito ogni viaggiatore che la sceglie come destinazione. 

Gli altopiani di Sulawesi ospitano un popolo, i Toraja appunto, che si è aperto al mondo di recente: nonostante il contatto con la modernità, la comunità rimane ancora strettamente connessa al suo passato e ai rituali tradizionali che attirano ogni anno migliaia di visitatori in queste terre sperdute.

Dove si trova Tana Toraja e come arrivare

La reggenza di Tana Toraja è accoccolata sulle colline del Sulawesi meridionale, a un’altitudine compresa tra i 300 e 2880 metri,e a circa 300 km da Makassar, il capoluogo del sud dell’isola. Rantepao – il villaggio principale – non dispone di un aeroporto né di una stazione ferroviaria, l’unico modo per arrivare è su strada, in auto:

  • da Makassar in circa 8 ore
  • dall’aeroporto Pongtiku (Rantetayo) in circa 1 ora.

Non ci sono voli diretti dall’Italia per Sulawesi: dovrai fare prima scalo a Giava o Bali e poi imbarcarti per un volo domestico operato da Garuda Indonesia oppure Air Asia – le compagnie che consigliamo su tutte – con destinazione Makassar.

Qui poi a te la scelta di un ulteriore volo, verso Rantetayo,o di un trasferimento privato via terra che, sebbene possa essere lungo, ti farà già entrare in contatto con la cultura locale, grazie ad alcune fermate intermedie.
Il 18 marzo 2021 è stato inaugurato l’aeroporto di Tana Toraja: non appena le tratte saranno operative sarà possibile arrivare qui con volo diretto da Jakarta e Denpasar (Bali), con un notevole risparmio di tempo.

Quando andare a Tana Toraja

La zona sud di Sulawesi è caratterizzata da un clima tropicale con una stagione monsonica che cade tra novembre e aprile. Il periodo migliore per visitare Tana Toraja è, dal punto di vista climatico, tra maggio e ottobre; tieni però presente che, trovandosi in altura, le temperature saranno più fresche la sera e potrebbero esserci comunque piogge, anche durante la stagione secca.

Nei mesi compresi tra giugno e settembre si svolgono i rituali che hanno reso celebre la zona, per cui ti suggeriamo di organizzare il tuo viaggio in questo periodo per non perderti l’evento più importante della regione.

La cultura dei Toraja

Il popolo Toraja è rimasto isolato nel suo territorio per secoli fino a quando, intorno al 1920, i missionari giunsero sui monti del Sulawesi meridionale, per convertire al cristianesimo le tribù animiste.
Prima dell’arrivo dei colonialisti non esisteva ancora un gruppo etnico ben identificato, infatti il termine Toraja – che significa “popolo degli altopiani” – è stato attribuito agli abitanti dell’area, dagli olandesi stessi.

A partire dagli anni ‘70 gli elaborati riti funebri e il sistema di credenze religiose dei Toraja, sono diventati di dominio pubblico, catturando l’attenzione di un numero sempre maggiore di viaggiatori, oltre che studiosi ed esperti di antropologia, vogliosi di conoscere ogni dettaglio di questa antica cultura.

Consigliamo fortemente l’accompagnamento di una guida locale: quasi nessuno parla inglese nei villaggi e inoltre, avere una persona preparata al tuo fianco disposta a spiegare e farti comprendere ogni dettaglio, non potrà che aggiungere valore alla tua escursione a Tana Toraja.

Tana Toraja è un’area rurale dedicata alla coltivazione di riso, cacao, chiodi di garofano e caffè – non perdere occasione di assaggiare l’arabica di Toraja -. Da giugno a settembre però, tutto cambia: i bambini sono a casa per le vacanze scolastiche e il riso viene raccolto, la comunità si prepara per il Rambu Solo, la complessa cerimonia funebre in onore degli antenati.

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Aluk To dolo e le credenze religiose dei Toraja

Sebbene la maggior del popolo Toraja abbia abbracciato la fede cristiana( è presente anche una piccola comunità musulmana), il sistema di credenze indigene su cui si basa la la loro cultura rimane tutt’ora alla base della loro vita. Secondo l’Aluk to dolo – che significa “la via degli antenati” – il mondo è composto da tre sezioni:

  • il mondo superiore cioè il cielo dove vivono gli antenati e il dio supremo;
  • il mondo di mezzo ovvero la terra abitata dagli uomini;
  • il mondo sotterraneo o dei morti.

I Toraja credono che i loro antenati siano scesi dal cielo tramite delle scale, utilizzate come mezzo per comunicare con Puang Matua, il creatore. L’Aluk è una combinazione di leggi, religione animista e tradizioni che sono state tramandate dai primi antenati giunti dalla volta celeste.

Tongkonan: le case tradizionali di Tana Toraja

L’origine delle case ancestrali che puoi vedere a Tana Toraja ha un qualcosa di mistico e magico: sono erette su palafitte di legno e presentano un tetto arcuato che si protende verso il cielo alle due estremità – per ricordare l’aspetto di una barca – un dettaglio carico di simbolismo religioso. Secondo la popolazione, il primo tongkonan fu costruito in cielo e quando il primo antenato Toraja discese dal cielo, lo replicò per creare un collegamento tra i vivi e i morti.

togkonan
Il tongkonan replica la visione che i Toraja hanno dell’universo, è difatti organizzato su tre livelli:
  • l’attico dove vengono conservati gli oggetti di famiglia;
  • la zona giorno al centro, dove chi abita la casa svolge le sue attività quotidiane;
  • lo spazio sotto il pavimento dove sono tenuti gli animali domestici.

Le decorazioni del tongkonan rappresentano lo stato sociale di chi lo abita: più la famiglia è importante o nobile, più le pareti esterne saranno ornate da intagli specifici. Le incisioni sono simboli di prosperità, fertilità, potere – motivi circolari che rappresentano il sole – e ricchezzakris, il pugnale tradizionale indonesiano -.

casa tradizionale tana toraja
Anche i colori che vengono usati hanno un significato preciso e spirituale:
  • il rosso è il colore del sangue e simboleggia la vita umana;
  • il bianco è il colore della carne e delle ossa e simboleggia la purezza;
  • il giallo rappresenta la benedizione e la potenza di Dio;
  • il nero simboleggia la morte e l’oscurità.

La testa di un bufalo, che viene appesa sul timpano esteriore, e le numerose corna dell’animale, issate su un palo, delineano il prestigio e la ricchezza dei residenti.

I riti funebri dei Toraja: la morte, i sacrifici e la sepoltura

I Toraja hanno una venerazione per la morte, credono che sia il fine di ogni individuo: i riti che vengono effettuati durante la vita sono solo una preparazione del cerimoniale di sepoltura.

Il passaggio al Puya – la terra delle anime, il paradiso – è estremamente importante per i Toraja, a tal punto da portarli a risparmiare tutta la vita per potersi permettere un funerale degno dello status sociale della famiglia. Può quindi succedere che, alla dipartita di una persona, il corpo venga conservato in formalina – per settimane, mesi, addirittura anni! – finché il periodo propizio non arrivi e, soprattutto, e non si abbiano sufficienti fondi per acquistare le bestie che verranno poi sacrificate.

La credenza popolare è che la morte non sia immediata, ma considerano il defunto makula, una persona malata: il corpo rimane in casa e riceve persino in visita amici e parenti che portano del cibo e conversano con il caro estinto.

Rambu Solo: la celebrazione della morte

Il Rambu Solo è dunque la grande cerimonia funeraria che si tiene una volta l’anno nei villaggi dell’area e può durare dai 2 giorni alle 2 settimane. Tra danze, canti tradizionali e combattimenti tra galli – bulangan londong -, avviene il sacrificio delle bestie.
I bufali d’acqua vengono acquistati dalla famiglia, mentre i maiali vengono portati in dono dai vicini; un bufalo costa 100 milioni di rupie e ne sono necessari almeno 6 per la celebrazione, ecco perché passano persino anni prima di poter eseguire il rito.

Vengono allestiti degli spalti per permettere a tutti, residenti e turisti, di partecipare e prendere parte al momento più atteso; la famiglia prepara un rinfresco per tutti: chiedi sempre informazioni al tuo accompagnatore di cosa ti viene offerto, alcune pietanze contengono il sangue.
Per quanto possa sembrare impressionante, la tradizione di questo popolo è secolare e ogni azione ha un suo significato ben specifico: l’offerta degli animali è necessaria perché i Toraja credono che il sangue debba essere versato sul terreno, per facilitare il passaggio dell’anima dei loro cari alla terra delle anime.

Non si è obbligati ad assistere all’intero rituale: parlane con la tua guida in anticipo se pensi che alcune fasi possano essere troppo crude per te.

Ma’Palao o Ma’Pasonglo: la cerimonia di sepoltura

Terminato il Rambu Solo, il defunto viene chiuso in una bussola – la bara – adagiata su un palanchino dalla forma di un tongkoran: questa “barca” traghetta il corpo verso il luogo di sepoltura. La funzione, a cui partecipa l’intero villaggio, è chiamata Ma’Palao o Ma ‘Pasonglo.
Il feretro viene posto nella grotta scavata nella roccia calcarea dagli antenati delle famiglie, e una statuetta – tau tau – dalle sembianze della persona scomparsa, viene collocata davanti all’ingresso della tomba al fine di sorvegliarla.

statue tau tau

Ma’nene: la cerimonia di pulizia

Il rapporto tra la famiglia e il defunto non termina con la sepoltura: ogni anno, nel mese di agosto, la famiglia esegue la pulizia dei cadaveri – Ma’nene – per dimostrare il rispetto e l’amore nei confronti del caro scomparso.
I corpi mummificati vengono estratti dalle capsule, lavati con cura e cambiati con vestiti nuovi.
Dopo averli lasciati asciugare al sole, vengono riposti nelle bussole e rimessi nelle tombe. Questa è sicuramente una delle tradizioni più curiose del popolo Toraja, ma tieni sempre presente che ogni loro azione è legata all’Aluk e all’autorevolezza degli antenati nella loro cultura.

Cosa vedere a Tana Toraja

Tana Toraja copre un’area che si estende per circa 2.000 kmq e il suo centro nevralgico è il villaggio di Ratempao. Dedica almeno 2 o 3 giorni all’esplorazione dell’area: potrai visitare alcuni villaggi dove si trovano i siti funerari più famosi, e partecipare ai riti tradizionali della comunità – nel periodo in cui si svolgono -.

Ecco cosa vedere a Tana Toraja: una piccola selezione di luoghi interessanti che ti faranno vivere un’esperienza di viaggio suggestiva e molto particolare, a contatto con la popolazione locale.

Kete Kesu’

Sullo sfondo di un paesaggio idilliaco di ampie risaie e pascoli di bufali d’acqua, è collocato Kete Kesu, dove potrai vedere le case tradizionali tongkonan in perfetto stato di conservazione. Il sito comprende, oltre 12 granai e un’area cerimoniale, un luogo di sepoltura di oltre 700 anni che attrae numerosi turisti, nazionali e stranieri. Si trova sulla collina del villaggio – Bukit Buntu Kesu – puntellata da una ventina di menhir, teschi e ossa umane, alcuni ammucchiati in grandi vasi a forma di canoa; la parete è scavata da grotte utilizzate come cripte.

Londa

Nel villaggio di Londa ci sono due siti funerari: uno è scavato nella scogliera, completo di tau tau – simile a Lemo – l’altro è scavato in una grotta – come a Kete Kesu -. Attrezzati di una buona torcia perché, per raggiungere le tombe, dovrai scendere parecchie scale e, soprattutto, considera che lungo il cammino vedrai ossa ovunque.
L’escursione a Londa potrebbe risultare un po’ inquietante, preparati a vivere emozioni “forti” ma, se non te la senti, non sentire nessun obbligo a proseguire nella discesa sotterranea.

Lemo

Il villaggio di Lemo ospita un sito funerario risalente al XVI secolo, uno dei più sorprendenti di Tana Toraja. Nella roccia calcarea sono presenti circa 75 nicchie: alcune sono tombe, altre invece accolgono i tau tau dai vestiti sgargianti. Non perdere l’occasione di visitarlo se vuoi vedere il luogo in cui riposano i corpi dei Toraja, accompagnato da una strana sensazione di avere mille occhi – finti – che ti osservano!

Batutumonga

Tana Toraja non è solo tombe ma anche natura rigogliosa e paesaggi incredibili. Il villaggio di Batutumonga – alle pendici del monte Sesean – è il luogo migliore per ammirare il panorama di risaie terrazzate, boschi e immensi prati, mentre respiri l’aria fresca di montagna e sorseggi un ottimo caffè, rigorosamente arabica Toraja!

Pasar Bolu, il mercato dei bufali

A circa 2 km da Rantepao si tiene, ogni 6 giorni, il mercato principale dei bufali di Tana Toraja: immergiti in una delle attività principali dei residenti! In questo mercato, che risulterà affollato e rumoroso, confluiscono gli abitanti dei villaggi vicini per trattare con i commercianti di bufali, maiali e galli e spuntare il prezzo migliore per i capi di bestiame desiderati.

Tana Toraja offre l’opportunità di conoscere una cultura davvero unica al mondo in una cornice scenica meravigliosa, fatta di natura lussureggiante e sconfinate risaie. Includi Sulawesi nella tua vacanza per poter assistere ai rituali ancestrali ed essere testimone dell’intensa devozione che l’etnia Toraja ha per gli antenati: sarà l’esperienza più bizzarra, e al contempo affascinante, che potrai vivere in Indonesia.

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